Cani, falchi, tigri e trafficanti – Storie di crimini contro gli animali e di persone che li combattono

Cani, falchi, tigri e trafficanti è libro del quale non farò, per evidenti ragioni, la recensione. Volevo però raccontarvi come nasce questo progetto che abbraccia la mia vita, come persona che si è occupata di animali, da quando aveva solo 16 anni. Il mio impegno è iniziato proprio negli anni di piombo, in tempi difficili per l’Italia, che con i loro misteri non ci hanno mai lasciato del tutto. Creando un paese con molti, troppi, punti interrogativi che non hanno mai trovato risposta.
Quelli erano periodi in cui l’attenzione per i diritti degli animali, diversi da cani o gatti, si stava affacciando sul proscenio culturale della nostra società. Dando corpo alle richieste di una maggior protezione della fauna, si è rivoluzionato il suo status giuridico, trasformandola da res nullius (cosa di tutti) a bene pubblico. Nel 1977 fu promulgata la legge 968 che, fra le altre cose, stabilì che la fauna era un bene dello Stato.
Una legge che diede protezione a lupi e orsi, eliminò il concetto di animali nocivi, vietò l’uso di veleni, trappole e reti. Un vero balzo in avanti rispetto al vecchio testo unico che era del 1939, in pieno periodo fascista e a un passo dalla Seconda Guerra Mondiale. Negli stessi anni il fascismo sciolse tutte le associazioni, comprese quelle zoofile. Che furono fatte confluire nell’Ente Nazionale Fascista per la Protezione degli Animali, divenuto nel 1979 un’associazione privata di volontariato nella quale ho sempre militato.
La tutela dei diritti degli animali prese vita proprio negli anni settanta, per arrivare all’oggi con i suoi fallimenti
Furono tempi di grande fermento sociale e di grande attivismo. Un periodo dove l’impegno e la passione erano riconosciuti come un valore vero. Purtroppo le premesse non arrivarono sempre a trasformarsi dapprima in promesse e poi in realtà e il cammino per la tutela degli animali era ancora un sentiero impervio e pieno di ostacoli. Ma qualcosa era stato smosso, piccoli e grandi passi in avanti erano stati fatti.
Cani, falchi, tigri e trafficanti parte proprio da quegli anni per camminare nel tempo sino ad arrivare ai giorni della pandemia, a raccontarne le possibili origini. Parlando di un rapporto distorto con gli animali, dove sfruttamento e eccessi continuano purtroppo a fare danno. Da questa volontà di ripercorrere questi anni, in buona parte usando le indagini come partenza della narrazione, nasce il progetto del libro. Scritto con Paola d’Amico, giornalista del Corriere della Sera.
Raccontando, come in un libro giallo ma composto rigorosamente da storie vere, fatti e misfatti commessi a danno degli animali. Ma anche azioni che ne hanno salvati, che sono servite a modificare le impostazioni delle norme e le interpretazioni della magistratura. Modificando, anche se in modo ancora insufficiente, l’attenzione dell’opinione pubblica sui diritti negati.
Cani, falchi, tigri e trafficanti ha una prefazione di Cristina Cattaneo, medico forense umano
Qualcuno potrebbe stupirsi, ma uomini e animali da sempre sono uniti da un comune destino. Quello di vivere sul pianeta, ma anche quello di subire violenze e maltrattamenti. Atti che capita di vedere molto frequentemente a chi come Cristina Cattaneo, fa l’anatomo patologo. Impegnata da anni in casi scabrosi e importanti, che ha riconosciuto il tratto d’unione fra uomini e animali.
Molti di noi hanno già varcato la soglia verso la comprensione che la sofferenza e il “sentire” animale sono degni della stessa attenzione che quelli umani. Diversi sono gli articoli clinici e scientifici dell’ambito neurologico ed etologico che ormai supportano questa tendenza. Gli animali non umani sono per certi versi i più deboli della nostra società, sono i senza voce, e proprio per questo deve essere ancora più forte la spinta a tutelarli in particolare rispetto al crimine e alla violenza.
Dalla prefazione di Cristina Cattaneo
Tutelare gli animali è un atto che non può prescindere dall’avere le stesse attenzioni per gli uomini. Non ci può essere rispetto per i diritti dell’uno escludendo i diritti dell’altro. In anni passati scrivendo, indagando, soccorrendo sono arrivato ad avere una certezza granitica su questo argomento. Una certezza che non mi consente di tollerare razzismo, violenza e indifferenza. Che sono la chiave di tutti i mali che affliggono la nostra società.
Il cammino da percorrere è molto ancora e spero che Cani, falchi, tigri e trafficanti possa essere una piccola pietra d’inciampo
Dopo un tempo così lungo speso su questi temi e in parte anche per i diritti umani, posso sperare che la mia attività possa essere un piccolissimo tassello di un grande disegno. Un puzzle che parla di diritti degli animali, di equità climatica, del diritto alla felicità ma anche del dovere di garantire l’accesso all’acqua pulita. Per un mondo più equo, più sostenibile, in grado di garantire un futuro alle prossime generazioni.
Con lo stesso sentire, che ci accomuna, ha partecipato al progetto Paola D’Amico, giornalista e amica da molti anni con la quale ho condiviso l’organizzazione di convegni, la sensibilizzazione dei lettori e l’amore per la verità. Che talvolta è molto più dolorosa e sofferta di una bugia, ma ha il grande pregio di essere vera, non verosimile e di sensibilizzare.