Animali in Costituzione: un’occasione sprecata grazie alla politica del compromesso così in voga in Italia

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Animali in Costituzione, un’occasione sprecata per arrivare a un reale cambiamento di passo, frutto di compromessi politici che hanno diluito la parte relativa alla loro tutela. Il nuovo testo della Costituzione rappresenta un progresso, purtroppo non così evidente come era stato da più parti auspicato. I commenti entusiastici fatti per l’inserimento di animali e ambiente in Costituzione dovrebbero tener conto anche di questo aspetto non secondario. La destra e in particolare la Lega, si è sempre opposta all’inserimento di un riferimento chiaro e univoco sulla tutela degli animali.

Cani falchi tigri e trafficanti

Il testo che è stato aggiunto all’articolo 9 della Carta Costituzionale recita che la Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Quindi praticamente un comma che non aggiunge diritti, rappresentando soltanto una presa d’atto di quel che già avviene. Un tono e un testo decisamente molto meno incisivi di quello relativo alla tutela dell’ambiente. Eppure una dichiarazione d’intenti così scarna, quasi irrilevante se non fosse che per la prima volta si parla di animali nella Costituzione, ha fatto esplodere un tifo da stadio. Ingiustificato.

La Germania è stato il primo paese europeo che ha inserito i diritti degli animali in Costituzione. Lo ha fatto vent’anni fa con un testo decisamente più efficace di quello appena approvato dal nostro parlamento. Aggiungendo al paragrafo in cui si parla “dell’obbligo dello Stato a rispettare e proteggere la dignità degli esseri umani” tre sole parole inequivocabili “e degli animali”. In questo modo la dignità degli esseri umani è stata equiparata a quella degli animali, un passo davvero fondamentale.

Inserire gli animali in Costituzione è stata un’occasione sprecata: per cambiare davvero e non ci sarà una seconda occasione

Le modifiche costituzionali non si fanno tutti i giorni. Appare evidente che non sarà mai messo in moto un procedimento di modifica solo per ridare la giusta dignità agli animali. Quantomeno non in tempi brevi e non se la questione animale sarà l’unico argomento per fare un’integrazione. Quello che davvero stupisce è il quasi unanime plauso delle molte sigle che si occupano di tutelare i loro diritti. Che per una modifica di questa portata avrebbero dovuto protestare, non plaudire a favore del lavoro del parlamento.

La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” costituisce un’integrazione alla Carta Costituzionale priva di ogni valore. In particolare se pensiamo che le prime norme poste a tutela degli animali nel nostro paese risalgono alla seconda metà dell’800, esattamente al 1859, dove nel codice penale già si proibiva di incrudelire sugli animali in luogo pubblico. Quando poi entrò in vigore il Codice Zanardelli, nel 1890 restando in vigore sino al 1930 il maltrattamento di animali aveva uno specifico Capo proprio su questo tema. Allora l’Italia aveva dimostrato una sensibilità molto spiccata, considerando i tempi, che si concretizzava in atti concreti.

L’articolo 491 del Codice Penale Zanardelli, del 1890, recitava “Chiunque incrudelisce verso animali o, senza necessità li maltratta ovvero li costringe a fatiche manifestamente eccessive è punito con ammenda (…). Alla stessa pena soggiace anche colui il quale per solo fine scientifico o didattico, ma fuori dei luoghi destinati all’insegnamento, sottopone animali ad esperimenti tali da destare ribrezzo“. Un testo sicuramente molto avanzato per quei tempi. Più di quanto non sia il riferimento agli animali inserito ora in Costituzione.

Alla reale tutela degli animali servono provvedimenti applicabili utili a una nuova cultura basata sul rispetto

Quel rispetto che è svanito quando si è deciso di percorrere la strada del compromesso. Inserendo una dicitura talmente generica da essere quasi del tutto inutile. Un segnale che attesta l’incapacità della politica di recepire le istanze del popolo che dovrebbe amministrare, che in maggioranza avrebbero voluto sentir parlare di rispetto e dignità nei confronti degli animali. Puntando nel contempo un riflettore sulla mancanza di visione di chi si occupa della loro tutela, che non avrebbe dovuto accontentarsi delle briciole.

Se nemmeno un’affermazione di principio forte, come quella contenuta nel Trattato di Lisbona, è servita per ottenere un cambiamento di passo sostanziale, figuratevi quanto sarà utile questa modifica in Costituzione. Nulla più che fumo negli occhi, se consideriamo quanto sia realmente servito definire gli animali quali esseri senzienti. Ancora una volta tutto deve cambiare perché nulla cambi, come scriveva Tommasi di Lampedusa nel Gattopardo.

Ora bisogna attendere e valutare le conseguenze di questa modifica. Vedere se e cosa cambierà nelle attività poste a tutela di animali e ambiente. Sperando che almeno per la tutela ambientale la dichiarazione con la quale lo Stato si impegna a esserne custode si concretizzi in azioni e non in vuote parole. I cambiamenti si mettono in atto con le azioni, mentre la propaganda può essere mossa da fiumi di parole, vuote come il senso civico di chi fa promesse e non le mantiene. Una vera maledizione lanciata verso il futuro delle prossime generazioni.

Io voto alle Elezioni europee per combattere il verosimile che non è vero

Io voto alle Elezioni europee

Io voto alle Elezioni europee per combattere il verosimile che non è vero, ma anche le leggende che raccontano che i problemi italiani e europei sono lupi, orsi e migranti. Andrò a votare perché la democrazia è un valore senza prezzo, che richiede uno sforzo comune.

Io voto perché so che tutte le normative più importanti sulla tutela della fauna, degli animali da reddito e sulla difesa ambientale sono state fatte in Europa. Senza il baluardo europeo saremmo ancora senza depuratori, con le discariche, senza una tutela faunistica, che non sarà forse la migliore ma che è quella che ha costretto il nostro paese a piegare la testa sui roccoli e la cattura dei piccoli uccelli, solo per fare un esempio.

Io voterò perché ogni volta che in autostrada vedo un carro bestiame, un carro di maiali destinati al macello penso che, nonostante tutto, senza l’Europa sarebbe ancora peggio per loro, ma anche per noi. Io voto alle elezioni europee, certo con disagio nei confronti di una politica senza uomini di valore, ma penso che partecipare sia un dovere per un cittadino.

Voterò alle elezioni europee perché non credo al lupo cattivo

Non credo alle cose verosimili, come solo verosimile è la foto di questo articolo: certamente ben fatta ma falsa. Falsa anche se a prima vista sembra vera, falsa nonostante sia divertente. Come sono falsi tutti i luoghi comuni, quelli che alimentano la paura verso uomini e animali.

Quelli creati apposta per far credere che siamo in pericolo, sostituendo i rischi veri con altre situazioni dipinte come rischiose, facili da raccontare e ancor più facili da far credere alle persone.

Chi crede che la politica ambientale e la tutela degli animali sia importante potrà guardare cosa propongono i candidati al parlamento europeo. Magari valutando anche quelli proposti dalla campagna Vote for animals, che ha raccolto l’impegno di alcuni candidati all’Europarlamento, appartenenti a tutte le posizioni politiche.

Il problema dei diritti riguarda uomini e animali e non è credibile chi dice il contrario

Non si può definirsi animalisti e essere razzisti: sarebbe come voler difendere la fauna e i cacciatori, i diritti degli animali e il foie gras. Questo concetto mi appartiene come ho scritto in questo articolo (qui) e se qualcuno di chi mi legge non condivide il pensiero, può sempre smettere di frequentare questa pagina.

Il vero problema di questo secolo non sono i migranti ma i cambiamenti climatici, i danni causati dagli allevamenti intensivi, una distribuzione delle ricchezze profondamente ingiusta. Il problema di questo secolo sarà l’accesso all’acqua pulita, la riduzione dei consumi e la necessità di far crescere la conoscenza e la cultura.

Le persone devono capire che in Italia ci costano più corrotti ed evasori di quanto, tutti insieme, non potranno mai costare migranti, predatori e cinghiali, come qualcuno pretende di farci credere. L’unica cosa che dobbiamo schiacciare sotto il tallone è l’intolleranza, accompagnata dall’egoismo e dal voler a tutti costi credere che il problema non siamo (anche) noi.

La violenza corre veloce sulla rete

Se si spendesse meno tempo a insultare e a aggredire sui social per dedicare questi minuti preziosi alla lettura di un buon libro l’Italia, probabilmente, sarebbe diversa. Si capirebbe con maggior facilità che non è importante il colore della pelle o la religione, mentre è indispensabile il rispetto delle regole, della civile convivenza. Per tutti!

Quando un paese non riesce a far rispettare le regole, quando manca la certezza della pena è più facile prendersela con supposti nemici, mentre bisognerebbe sapere ammettere il fallimento. Io voto perché voglio che il diritto prevalga sulla forza, che la violenza e l’indifferenza non conquistino la nostra società.

Io credo che i diritti dei deboli, di qualsiasi specie o razza siano, vadano affermati con forza. Credo anche, però, che chi non rispetta le regole e le leggi, al di là del colore della pelle, debba essere messo in condizioni di non nuocere alla maggioranza. Chi delinque ruba il futuro di tutti e questo è un concetto che deve essere universale.

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I social media sono pieni di annunci su probabili maltrattamenti, di black list di adottanti che poi in realtà maltrattano gli animali, di insulti, parolacce, invettive e minacce contro chiunque si azzardi a maltrattare un animale. Ma la realtà è come sembra?

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Le elezioni europee sono alle porte, i diritti degli animali sono fuori.

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